È la Festa della città, la festa delle grazie impossibili, la Festa di Teramo, dove già stravedono per quelli che saranno i primi festeggiamenti liberi da ogni paura e comunque con meno oppressione. Sarà quindi un piacere per i teramani prendere la porta della Madonna ed arrivare al Santuario, che si trova al di fuori delle mura, quasi a proteggere il centro abitato con la sua presenza...e li ha protetti, eccome, se vi sono ai piedi rispetti della Statua della Madonna delle Grazie, che ne tratteggia l’immagine, ben ottocento ex voto: incidenti stradali risoltisi chissà come in maniera fortunata; ritorno a casa dalla guerra, dai campi di concentramento. Lì, su quella Statua si è appuntata la fede dei teramani, la loro speranza di vedere le situazioni tragiche. D’altra parte, la Chiesa Cattolica lo dice in maniera chiara "Chiedi e ti sarà dato!”. La fede parla allora di una vicinanza alla Madonna delle Grazie di Teramo, una vicinanza naturale dei cittadini ma anche di coloro che lo sanno quanto è stata, la Maria delle Grazie, prodiga delle sue attenzioni nei momenti difficili: all’interno della chiesa spesso, spessissimo, si vede gente che prega in maniera solitaria, quasi nell’ombra, persone che vogliono allacciare un ponte di preghiere. Il culto non sembra calare negli anni, segno di una potenza della tradizione che pone nel grembo della Madonna la voglia di andare avanti, di guardare il futuro con la fiducia tipica delle genti d’Abruzzo, del Teramano. Il rispetto portato alla statua, di legno, fatta da artigiani valenti in perfetto stile abruzzese, sta nel suo manto, d’oro, che riflette immagini e luce, che è quella della Madonna delle Grazie di Teramo, che ha trapassato anche i mari, anche l’Oceano: una copia della statua si trova anche a San Giacomo, ovvero St. James, a Penns Grove, cittadina del New Jersey negli Stati Uniti e non ci vuole molta fantasia nel pensare che i teramani emigrati si siano portati dietro anche il loro ricordo ed anche il loro Rifugio, la loro Fede.