Il pittore teramano Giovanni Melarangelo
tra i maggiori pittori del Novecento, Giovanni Melarangelo ha studiato dal maestro Vittorino Scarselli iniziando come illustratore al giornale Il piccolo Sasso; nel dopoguerra si è dedicato all'insegnamento e alla realizzazione di apprezzate opere come l'Annunciazione
Il teramano Giovanni
Melarangelo è stato uno dei maggiori pittori italiani del Novecento, autore
di un gran numero di opere. Nato nella città abruzzese nel 1903, la sua
infanzia venne funestata dalla morte di entrambi i genitori quando aveva appena
un anno, fatto che lo costrinse ad andare a vivere con gli zii paterni.
Impiegato giovanissimo prima in una fabbrica di fiammiferi e poi al Banco
Abruzzese, dimostrò un insospettabile talento per il disegno che coltivò
andando a lezione da Vittorino Scarselli,
autorevole esponente del verismo umanitario.
Trascorse gli anni della giovinezza collaborando come
illustratore al giornale "Il piccolo Sasso”, mentre nelle sue opere affrontava
la situazione triste ed angosciante dei poveri
e degli emarginati così come le velleità di emancipazione della piccola
borghesia; all’inizio degli anni Trenta si sposò e cominciò ad avere fastidi
con le autorità per via delle sue idee comuniste. Iniziò a compiere frequenti
viaggi, prendendo contatti con intellettuali di tutta Italia e definendosi
pittore "post-impressionista”. Dopo
la guerra fu professore nei licei artistici di Lanciano e Pescara, ma nel 1960
abbandonò tutto per dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Tra le sue opere più famose va ricordata l’Annunciazione del 1935, un dipinto ad olio esposto anche a Sydney e a Melbourne. Nel 1966 inaugurò la sua galleria d’arte "Il Polittico” che sarebbe durata fino al 1974 ma nei tardi anni Settanta, complice un’artrite reumatoide particolarmente fastidiosa, abbandonò progressivamente la scena pubblica fino alla scomparsa avvenuta nel 1978. La sua città ha deciso di ricordarlo intestandogli una strada.