Il Medioevo, i Normanni e i terremoti
Teramo attraversò fasi alterne durante il Medioevo: dalla prosperità del Trecento con la costruzione della cattedrale di Santa Maria Assunta e del Palazzo Melatino, al successivo declino con le lotte intestine e i terremoti che devastarono il capoluogo abruzzese
Il Medioevo di Teramo ebbe inizio nell’anno 410 con il
disastroso saccheggio ad opera dei Visigoti che lasciò la città a lungo
spopolata; ricostruita nel 568, venne inglobata nei possedimenti Longobardi entrando a far parte prima
del Ducato di Spoleto e poi della Contea
Aprutium, un’entità gravitante nell’orbita del Regno di Napoli. Nel 1140 fu
incorporata nel Regno di Sicilia subendo le conseguenze dei contrasti fra
Normanni e duchi di Puglia, venendo quasi rasa al suolo nel 1155.
Al devastante saccheggio normanno fece seguito un periodo di
relativa prosperità testimoniato dall’edificazione della cattedrale di Santa Maria Assunta e delle nuove mura cittadine. Sotto
il dominio degli angioini, nel
Trecento, il prestigio di Teramo crebbe ulteriormente: sorsero numerosi villaggi,
fortezze superbe, palazzi e chiese come la torre campanaria di S. Antonio nel
1309 e il Palazzo Melatino nel 1362.
Con la fine del Trecento, però, la città abruzzese si incamminò verso un declino inarrestabile: il terremoto del 1380, l’ascesa al potere del Duca d’Atri nel 1395 e le contestuali lotte intestine tra le famiglie nobili furono solo il preludio a un nuovo e più disastroso sisma, quello del 1456 che costituì il colpo di grazia per Teramo, che non recuperò il suo status precedente nemmeno con l’ingresso di Francesi e Spagnoli.