Il Territorio e le Tradizioni

La scoperta della domus romana di Savini o del leone

Teramo, terzo capoluogo dell'Abruzzo, vanta le sue bellezze architettoniche nonché reperti archeologici di epoche antiche; la domus romana, con le sue decorazioni che rievocano tempi lontani, è tra i luoghi più suggestivi

Nel corso del 1891, in occasione dei lavori di ristrutturazione del Palazzo Savini di Teramo, vennero riportati alla luce i resti di un'antica residenza risalente al II secolo a.c. e ubicata proprio lungo l'attuale Corso Cerulli, al tempo perpendicolare della via principale che attraversava il centro cittadino. Si tratta di una residenza romana ampia e riccamente decorata, denominata poi domus Savini  per la correlazione con il palazzo sotto il quale si colloca, ma generalmente conosciuta anche come domus del leone in omaggio alla raffigurazione del suo mosaico più rappresentativo.

La struttura della domus

Similmente alle residenze patrizie rinvenute a Pompei, la domus presenta un impianto greco-romano, che si compone di un ingresso in cocciopesto, un atrio rettangolare con pavimentazione a mosaico con tessere bianche e policrome dotato di una vasca per la raccolta dell'acqua piovana, un tablino quadrangolare di rappresentanza contenente il maestoso emblema del leone.

Il mosaico del leone
Il mosaico raffigurante il leone si trova nella pavimentazione del tablino, una sala studio centrale pavimentata con la tecnica del mosaico a cassettoni. Tra i pannelli decorati con rosoni, margherite e ghirlande, quello raffigurante la lotta tra il leone ed un serpente, incorniciata da un festone naturalistico con fiori e frutti, spicca per l'intensità dell'immagine e la minuzia dei particolari. Realizzato con tessere piccole ed irregolari, il mosaico sfrutta le diverse gradazioni del verde e dell'arancio per ottenere un notevole effetto chiaroscurale.

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