Il Territorio e le Tradizioni

La Lapide delle "male lingue" racconta la storia di Teramo

Fra i simboli della città di Teramo, in Abruzzo, non si può dimenticare la Lapide delle "male lingue" o delle "lingue trafitte", un bassorilievo del XV secolo un tempo murato sulla facciata di una casa medievale nel centro della città, poi smontato e ricollocato nella sala consiliare del Municipio di Teramo, dove si trova tuttora. Il bassorilievo raffigura due profili che si fronteggiano con le lingue sporgenti trafitte da un compasso ed è sormontato da un cartiglio in pietra che reca inciso l'avvertimento "A lo parlare agi mesura", cioè "misura le parole".

Perché le lingue trafitte?
Per spiegare il significato della Lapide delle "male lingue", bisogna risalire al XV secolo, quando a signoria su Teramo era contesa dalle fazioni opposte dei Valle o "Antonellisti" e dei Melatino. Per non soccombere a questi ultimi, gli Antonellisti si erano rivolti al tiranno Giosia Acquaviva Duca di Atri, promettendogli la signoria sulla città. Indispettito per un'udienza negata da Giosia Acquaviva e sospettando un accordo a suo danno, il capo dei Meletino si lasciò andare a minacce e male parole, che furono riportate al tiranno. Allora, come punizione e monito per il futuro, quest'ultimo invitò entrambe le fazioni in udienza, facendo però impiccare lungo la strada quella dei Meletino, affinché anche gli Antonellisti, sulla via del ritorno, potessero avere un ulteriore prova della forza del tiranno.


Nella foto Lapide delle"male lingue" da it.wikipedia.org

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